Recensione del mio romanzo “La Sala delle Agitate” a cura di Gianni Marucelli

Il titolo del nuovo, piacevole romanzo giallo-soft di Alberto Pestelli è lo stesso del celebre quadro di Telemaco Signorini, che ritrae appunto le pazienti del reparto psichiatrico dell’antico Ospedale di San Bonifazio a Firenze. Al centro della trama, un caso grave di alienazione si alienazione psichica ospitato, appunto, in questo reparto. Siamo nella Firenze da poco dichiarata Capitale del Regno d’Italia (1865), che già ha fatto da sfondo agli stessi personaggi (ma qualche anno addietro) del precedente “Gli addormentatori di Via del Cocomero”, una città che era in procinto di subire la modifica di alcuni suoi antichi quartieri in seguito alla “modernizzazione urbanistica” affidata all’artchitetto Poggi. In questo contesto, si succedono alcuni delitti, che presto appaiono collegati tra loro. L’applicato di Pubblica Sicurezza Romualdo Noferini svolge le indagini, con l’aiuto determinante del suo amico farmacista Primo Innocenti, il quale avrà modo di scoprire come la vicenda lo riguardi da vicino. Tra le piazze, i vicoli, i caffè della città toscana, qual era in quello scorcio del XIX secolo, la narrazione ci conduce a scoprire il vero movente degli omicidi che rischiano di rovinare il clima festoso determinato dall’arrivo del Re Vittorio Emanuele, nella sua nuova residenza di Palazzo Pitti, e ad assistere ala risoluzione del caso clinico di una “matta” in cerca delle sue lumachine perdute… Gianni Marucelli

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